Prima e dopo il Diluvio
A pagina 180 del suo ultimo libro “Il ritorno degli dei” (Corbaccio edizioni, 2016) l’esperto di Archeologia misteriosa Graham Hancock ha scritto:
“Quando la cultura sumera aveva da tempo cessato di esistere, in Mesopotamia sopravvivevano ancora ricche tradizioni riguardanti le cinque città, l‘epoca antidiluviana e il Diluvio, tradizioni tramandate dalle culture degli Accadi, degli Assiri e dei Babilonesi che dominarono in seguito la regione quasi fino all’epoca cristiana.
Di fatto è corretto dire che la storia tradizionale di questa regione, per come era raccontata nell’antichità, è nettamente divisa in due periodi differenti – prima e dopo il Diluvio – e che entrambi i periodi erano considerati dai popoli della regione come dati di fatto assolutamente reali.”
Quindi per gli antichi abitanti della “Terra tra i fiumi” il Diluvio spartiva in due parti la storia così come per i Cristiani l’ipotetico arrivo del Messia divide e organizza due epoche ben distinte quali quella antecedente e quella seguente alla venuta di Gesù Cristo.
Si tratta del gigantesco diluvio che secondo gli studiosi Jim Kennett, Richard Firestone e Allen West sarebbe stato causato dall’impatto dei frammenti di una cometa contro la grande calotta glaciale dell’attuale Canada settentrionale, avvenuto all’incirca tra 12900 e 12800 anni fa.
Gli stessi ricercatori hanno pubblicato una lunga serie di articoli a sostegno di quest’ipotesi apparsi tra il 2007 e il 2014 su riviste d’importanza indiscussa come il “The Journal of Geology”, il “New Scientist” e il “Proceedings of the National Academy of Sciences”.
A pagina 181 della stessa opera, lo studioso scozzese si è soffermato anche sulla mitica figura di Oannes e dei suoi sette sapienti collaboratori “Apkallu” di cui ho già scritto in un saggio apparso su questo blog Novo Stilos l’8 Marzo 2016:
“Abbiamo visto come le tradizioni della Mesopotamia non solo tramandavano il ricordo di città antidiluviane ma anche di un eroe civilizzatore antidiluviano chiamato Oannes e della confraternita dei Sette Sapienti, i “Sette Apkallu” che si dice avessero appoggiato la sua missione civilizzatrice…
Questi sapienti, ciascuno dei quali era assegnato come “consigliere” a un re antidiluviano, erano conosciuti per la loro saggezza negli affari di stato e per le loro abilità tecniche in veste di architetti, costruttori e ingegneri.”
Nell’ultimo paragrafo che ho citato è possibile rilevare la comparsa di molti temi interessanti che avrebbero influito sulla storia delle società segrete, ma più in generale dell’intera specie umana.
Innanzi tutto l’accostamento dei due termini “setta” e “confraternita” che in qualche modo sembra rimandare a un’origine comune delle due parole.
In secondo luogo l’inizio di quella tanto celebrata arte costruttiva praticata da un ristretto numero di iniziati che col tempo ha finito per chiamarsi “muratoria” e che avrebbe dato origine in seguito alla moderna massoneria.
E infine la saggezza negli affari pubblici che lo stesso sacerdote di Bel Marduk Berosso vissuto tra il IV e il III secolo avanti Cristo ha attribuito ai sette sapienti Apkallu.
Ed è perlomeno curioso notare come queste mitiche figure di saggi ricordino vagamente quei “tecnici” di cui certi governi si sono serviti anche in tempi assai recenti.